Creare un Ecommerce non è così difficile, ma ci sono degli aspetti da considerare.

Esistono varie piattaforme on-line che offrono la possibilità di inserire i propri prodotti e iniziare a venderli, ma un’azienda sente spesso, e vorrei aggiungere giustamente, l’esigenza di creare un proprio e-commerce indipendente.

I vantaggi sono molti: nessuna limitazione sul numero di prodotti che si possono inserire, nessuna commissione da pagare, e grafica di tutto il sito personalizzata secondo la filosofia del proprio brand.  Ma oltre a questi, tutti importanti ma non fondamentali, ne esistono altri che ricoprono invece un’importanza strategica che può fare la differenza tra un sito che vende e invece uno destinato ad un possibile fallimento.

Uno dei motivi principali che ci spinge a suggerire di sviluppare un sito in proprio è la possibilità di avere accesso a tutte le informazioni statistiche e di poter misurare e studiare, utilizzando appositi tools (ad es.Google Analytics), tutti i comportamenti degli utenti in ogni area del proprio e-commerce. I dati che possiamo rilevare sono fondamentali per aiutarci a valutare la nostra strategia di marketing, la user experience dei nostri utenti ed eventuali problemi di funzionamento del sito stesso.

Come creare quindi un e-commerce di successo?

Utilizzare un CMS come Woocommerce, Magento o Prestashop, che ad oggi sono i più utilizzati del settore.

L’utilizzo di un CMS (Content Management System) non serve, come molti credono, a “fare il sito più velocemente” e quindi spendere meno; un CMS offre anche successivamente degli strumenti molto evoluti al servizio di coloro che dovranno adattare continuamente i contenuti e la fruibilità in funzione dei dati che vengono rilevati con gli strumenti di monitoraggio.

Detto questo vediamo che cosa potrà fare la differenza. Per realizzare il sito serviranno: foto professionali (no alle foto fatte col cellulare) di ogni singolo prodotto, possibilmente scattate da diverse angolazioni, una grafica curata ed accattivante, oltre ad una comunicazione in linea con i propri valori aziendali e con elementi che richiamino il target di riferimento. Attenzione però, il budget destinato al progetto Ecommerce non dovrà essere totalmente investito nella realizzazione del sito e nella sua veste grafica perché, una volta completato, si dovranno dedicare risorse anche alla parte più importante dell’ Ecommerce: la promozione.

Molti, anzi troppi, imprenditori investono il 100% del proprio budget sulla realizzazione del sito e sulla sua immagine, ma dobbiamo farci una domanda: “…è giusto investire su un sito di Ecommerce bellissimo e pieno di bei prodotti… che non vende perché non lo vede nessuno?”. Già perché quando il nostro shop sarà on line non lo vedrà nessuno a meno che non venga fatta un’adeguata promozione. Ed è proprio per questo uso errato del proprio budget che oltre l’80% dei siti di commercio elettronico che aprono, ci dicono recenti statistiche, sono destinati a chiudere nel giro di due anni.

Particolare attenzione alla User Experience. A volte si pensa che avere un Ecommerce “bello” faccia vendere di più, ma in realtà bisogna tenere di conto delle esigenze dell’utente che dovrà poi effettuare l’acquisto, rendendogli la cosa più semplice e intuitiva possibile. I passaggi di acquisto e pagamento dovranno avere una logica ben stabilita, in modo tale da non far abbandonare il carrello solo perché l’azione richiesta è troppo lunga o complicata. E’ vero che anche l’occhio vuole la sua parte, ma lo shop online deve essere facile da usare!

Il metodo di pagamento. Sembra una cosa semplice, basta che gli utenti inseriscono i propri dati di carta di credito e l’acquisto è terminato… ma in realtà ci sono alcune cose di cui tenere conto: non tutti conoscono Paypal o hanno la carta di credito. Dobbiamo quindi dare la possibilità di effettuare il pagamento con tutti i metodi possibili, per perdere il minor numero di clienti. Altri metodi di pagamento, oltre appunto a Paypal che sta diventando uno standard, e carte di credito, sono il bonifico bancario e il contrassegno che rimangono i metodi più semplici (ma non i più efficaci) da gestire per quanto riguarda i venditori, non avendo oneri di gestione del denaro.

  • PayPal è un metodo molto utilizzato dagli utenti di tutto il mondo, fornisce molte garanzie sia per chi invia, sia per chi riceve denaro. Molti non sanno che per utilizzare PayPal non serve necessariamente essere registrati ma si possono gestire anche i pagamenti tramite carta di credito senza avere un account. L’utente che paga tramite PayPal non sostiene costi, il venditore invece paga una percentuale massima del 3,4% + 0,35 euro per ogni transazione.
  • Pagamento diretto con carta di credito: per gli utenti è semplice, inseriscono numero carta e codice CVV e il pagamento avviene, ma per inserire sul proprio Ecommerce questa opzione di pagamento la cosa non è così automatica. Già in fase di realizzazione ci sono alcune difficoltà: il venditore dovrà richiedere alla propria banca di riferimento le API (Application Protocol Interface), che dovranno essere implementate sul proprio sito da un programmatore. La procedura cambia da istituto ad istituto e niente è standardizzato quindi è necessario ogni volta un intervento diverso. Questo metodo, per ragioni di sicurezza prevede un secure code per completare l’acquisto. Il secure code è però una medaglia con due facce: offre maggior sicurezza ma è responsabile di molti acquisti non andati a buon fine; gli utenti non hanno ancora dimestichezza con questa procedura e, quando si trovano a dover inserire il secure code, e non lo hanno a portata di mano (ma molti non l’hanno proprio e non sanno neppure che cosa sia), abbandonano l’acquisto. Per questo motivo i grandi portali di vendita on line, Amazon in testa, non lo adottano e ricorrono a sistemi di sicurezza alternativi.

Dobbiamo tener conto anche del fatto che ogni utente ha il suo metodo di pagamento preferito, non ne esiste quindi uno giusto o sbagliato da inserire sul proprio Ecommerce, ma è bene valutare per gradi cosa inserire.

Infine la promozione. Per quanto ci siamo sforzati di creare un e-commerce bello e accattivante graficamente parlando, user friendly e funzionante in tutte le sue parti, se non lo promuoviamo, in pochi sapranno della sua esistenza sul web.

Ecco che in questo momento dobbiamo decidere di destinare parte del nostro budget a far conoscere il nostro shop online attraverso i canali più usati dagli utenti di tutto il mondo:

  • Facebook con le sue ads è il primo e il più importante: quasi tutti sono su Facebook. Con Facebook si può fare pubblicità a vari livelli fino ad arrivare, in una modalità estremamente evoluta, a caricare al suo interno il proprio catalogo per creare poi un’inserzione dinamica che varia a seconda delle pagine che l’utente ha visitato sul sito o alle azioni fatte (prodotto nel carrello ma non acquistato, prodotto nella lista dei desideri, prodotto correlato etc.). (approfondisci su: Vendere è un’arte Facebook un’artista)
  • Un’altro canale interessante è Google Shopping che mette direttamente in contatto il venditore con l’utente che cerca un prodotto e funziona come una classica ricerca su Google (approfondisci su: Google Shopping: un formidabile alleato per le tue vendite online)

Ma quello che è il peggior incubo di ogni proprietario di Ecommerce è il TDA, il tasso di abbandono del carrello, (approfondisci su: E-commerce: 8 su 10 abbandonano l’acquisto, svelato il perchè). Portare il cliente sul nostro sito, informarlo, invogliarlo, convincerlo ad iniziare l’acquisto e… quando è giunto al pagamento vedere che se ne va e non compra niente è davvero una grande frustrazione.

Rendere l’esperienza di acquisto più semplice e piacevole è lo strumento più evoluto che possiamo mettere in campo per ridurre il TDA… ma è una cosa tutt’altro che banale. Un sito di Ecommerce è sicuramente un’opportunità enorme per le aziende e può portare aumenti percentuali di fatturato a due cifre, ma su questo terreno non esiste niente di gratuito neppure sul web ed è bandita l’improvvisazione: serve professionalità, grande esperienza e costanza.